La via Francigena: cento chilometri di itinerario, paesaggi naturali da favola, antichi borghi e castelli, testimonianze millenarie di fede e al centro una città ricca di arte e storia come Viterbo. La via Francigena, l’insieme di strade che nel medioevo furono percorse da una moltitudine di pellegrini da Canterbury fino a Roma, mossi da devozione e spirito d’avventura, incontra nella Tuscia il suo tratto più affascinante. Al giorno d’oggi la Via Francigena, riconosciuta come itinerario culturale dal Consiglio d’Europa al pari del Cammino di Santiago, è percorsa da un numero sempre maggiore di moderni pellegrini che, sulle orme dell’arcivescovo Sigerico che nell’anno 994 ne descrisse sul suo diario le tappe durante il ritorno da Roma a Canterbury, percorrono gli antichi itinerari trovando ristoro e riposo nelle strutture ristorative e ricettive disseminate nei centri interessati dalla Via Francigena.
La Via Francigena nel cuore della Tuscia
Nella provincia di Viterbo, la Via Francigena tocca luoghi che conducono dritto al cuore del Cristianesimo. Il viaggiatore che arriva da nord, dopo l’antica stazione di posta di Centeno, si imbatte subito in Acquapendente, la “Gerusalemme d’Europa”.
Da dove deriva questo epiteto? Dal fatto che la cripta della Cattedrale, di stile romanico e risalente al XII secolo, racchiude al suo interno la più antica copia rimasta dell’edicola originale del Santo Sepolcro. Acquapendente, inoltre, propone al turista un interessante centro storico, circondato da scenari naturali di straordinaria bellezza.
Il cammino della Via Francigena, che nel Viterbese coincide pressappoco con la Cassia, prosegue per Bolsena, suggestivo borgo sulle rive dell’omonimo lago vulcanico, celebre per il miracolo eucaristico del Corpus Domini avvenuto nel 1263 nella basilica di Santa Cristina, dove si possono venerare le Sacre Pietre dell’altare.
Tappa successiva è Montefiascone, cittadina nota per il suo vino Est! Est!! Est!!!, con la chiesa di San Flaviano, una particolare struttura architettonica di epoca medioevale caratterizzata da due edifici sovrapposti, uno superiore e uno inferiore. Il pellegrino che arriva a Montefiascone, inoltre, può salire alla Rocca dei Papi e ammirare dalla Torre del Pellegrino uno spettacolare panorama che arriva fino al mare. Montefiascone è situata a 100 chilometri dalla tomba di San Pietro.
Quindi, Viterbo. La Via Francigena, nel medioevo, fu decisiva per lo sviluppo della città. Il Colle del Duomo, con il Palazzo dei Papi e la Cattedrale di San Lorenzo, è il polo monumentale di maggior attrazione turistica. Qui un tour guidato accompagna il visitatore alla scoperta di luoghi fondamentali per la storia della Chiesa, come la sala del conclave più lungo della storia, durato più di mille giorni tra 1268 e 1271, un evento che determinò la nascita del termine stesso “conclave” in riferimento ai cardinali che vennero rinchiusi nel palazzo cum clave dal popolo per sollecitare l’elezione del nuovo pontefice.
La Cattedrale ospita, tra le altre, la tomba di Giovanni XXI, l’unico papa portoghese della storia, mentre il Museo del Colle del Duomo propone una serie di reperti archeologici e di opere d’arte che documentano l’importanza che ha avuto il luogo attraverso i secoli, dall’epoca etrusca fino all’età moderna. Il centro storico di Viterbo ha conservato in larghi tratti l’impianto urbanistico medioevale, come nel quartiere di San Pellegrino: la città divenne uno dei cardini della Via Francigena e ancora oggi c’è traccia e documentazione di numerosi antichi alloggi e ricoveri per i pellegrini.
L’itinerario prosegue poi verso i Monti Cimini, dove la Via Francigena si biforca in due varianti: una segue l’attuale Cassia, transitando per Vetralla e Capranica; l’altra, nota come Variante Cimina, costeggia il Lago di Vico passando per Caprarola e Ronciglione, ricongiungendosi al tragitto principale in quel di Sutri, che si fregia del titolo di Antichissima Città.
Non siamo ormai molto distanti da Roma e Sutri ha una grande importanza storica: qui il re longobardo Liutprando, nel 728, effettuò la cosiddetta Donazione di Sutri al papa Gregorio II, dando inizio al Papato come entità politica. Nell’antica chiesa di Santa Maria del Parto, nota anche come Mitreo, un affresco raffigura una fila di pellegrini, nel loro caratteristico abbigliamento dell’epoca, con il cappello a falde larghe, la bisaccia e il “bordone” (bastone da cammino): un importantissimo documento iconografico per comprendere l’epopea della Via Francigena nel medioevo.